La Storia di Antonimina

La storia di Antonimina

La storia di Antonimina non ha nulla di importante da ricordare; essa è intessuta delle vicendi comuni a gran parte dei Paesi del Mezzogiorno d’Italia dal 1700 in poi.

Le notizie circa le sue origini sono riferite da qualche appassionato studioso del posto, e non… si perdono nella notte dei tempi.

Il nome

Sul nome di Antonimina qualcuno ha voluto proporre la derivazione piuttosto fantastica dal greco “anzonomos” (ricco di fiori), altri invece ritengono che il nome sia composto da un primo elemento “Antoni” (Antonio) e il secondo “Mina“, un cognome ancora esistente nel Comune; il paese, secondo questa versione, ha derivato il suo nome da un tale chiamato Antonio Mina.

Le origini

Nella realtà, intorno alle origini dell’abitato non si hanno notizie certe e documentate che riguardano il periodo in cui sarebbero state costruite le più antiche abitazioni del Paese, e cioè qualle che si trovano nella sua parte centrale (al di sotto della Chiesa di San Nicola di Bari, patrono di Antonimina) e che ancora oggi viene indicata con il nome di “terrata” (ovile).

Con molta probabilità furono dei pastori a costruire dei ricoveri per le loro greggi ed in seguito le loro abitazioni: gli stessi che successivamente iniziarono a coltivare la terra, attività connessa a quella pastorale; si sarebbe così creati anche i ricchi uliveti tuttora in frutto.

Furono pertanto le ragioni di lavoro a spingere i primi, forse, abitanti di Antonimina a stabilirsi nella zona e a fondare questo centro.

Più precise si fanno invece le fonti storiche dal 1700 in poi; agli inizi di quel secolo, il paese era già esistente come Casale del Principato di Gerace e fino al 1806, appartenuto al Casato dei Grimaldi.

Il primo documento ufficiale di cui si conserva l’originale presso il grande Archivio Storico di Napoli, è il “Catasto Onciario” del 1745, che è il primo censimento della popolazione, valutata allora in circa 800 unità. Questo documento contiene anche il primo censimento di case e terreni, sia della zona urbana che delle contrade rurali del Comune.

Con la venuta dei Francesi di Murat (1806-1815) a Napoli vennero costituiti i demani comunali; ad Antonimina tale divisione fu fatta intorno al 1812 ed in base ad essa un terzo del territorio fu lasciato ai feudatari, un terzo al Comune e il rimanente fu dato ai cittadini.

Dopo il ritorno dei Borboni al trono di Napoli, violenze e vendette caratterizzatono la storia del Meridione e probabilmente Antonimina non fece eccezione. Dalla problamazione del Regno d’Italia fino ai nostri giorni, la Storia di Antonimina ha seguito le vicende comuni a tutto il Mezzogiorno.

Rimane da dire che ai piedi del Monte San Pietro (“Tre Pizzi“) si scorgono ancora i ruderi di un convento di eremiti con una attigua chiesetta, che pare sia stata eretta nel secono XII°. Presso questo convento nel XVIII° secolo aveva luogo una tradizionale fiera di bestiame e di oggetti di artigianato locale, festa in onore di San Pietro, alla quale affluivano piccoli mercanti proveniente da vari Paesi della Locride.

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