Nel cuore del borgo calabrese di Antonimina, la Chiesa di San Nicola di Bari si erge con discreta eleganza, affiancata dal campanile che ne scandisce il tempo. L’interno, recentemente restaurato, accoglie i visitatori con un’impostazione romanica a tre navate, dominate da un’atmosfera solenne ma luminosa. La facciata, sobria e armoniosa, presenta un agnello scolpito in altorilievo sopra il portale e, più in alto, un orologio che sembra vegliare sull’abitato. L’intera struttura dialoga con la tradizione e la fede di una comunità che ha saputo conservarne l’anima originaria.
Indice dell'articolo
Architettura sacra e memoria condivisa
Le volte a crociera delle navate laterali, sorrette da archi a tutto sesto, raccontano una maestria costruttiva antica, funzionale e al tempo stesso carica di significati simbolici. Ogni elemento architettonico ha il compito di condurre lo sguardo verso l’alto, dove il sacro si manifesta nella luce che filtra dalle vetrate. Le immagini colorate narrano episodi della vita di Gesù e di Maria, mentre nei due absidi laterali trovano posto le statue della Madonna del Santo Rosario, di San Giuseppe e di San Rocco, protettore del paese. La loro disposizione, come anche la presenza delle acquasantiere in marmo, contribuisce a costruire un racconto visivo e spirituale della comunità.

L’altare, la luce e la materia della Chiesa di San Nicola di Bari
Al centro dell’abside maggiore si impone la statua lignea di San Nicola di Bari, scolpita in un unico tronco d’ulivo. È una presenza possente e densa di significato, venerata con particolare solennità in maggio e dicembre. L’altare maggiore, realizzato in pietra grezza, comunica essenzialità e centralità liturgica; sulla sua fronte compaiono i simboli del pane e dei pesci, mentre il tabernacolo moderno in filigrana d’oro raffigura l’Ultima Cena. L’intera zona presbiteriale è pensata per accogliere il fedele in un dialogo fatto di pietra e di luce.
Il pavimento come opera d’arte
Non è solo l’alzato a raccontare la bellezza della chiesa: anche il suolo merita attenzione. Il pavimento in graniglia e madreperla, posato secondo l’antica tecnica musiva “alla veneziana”, riflette la luce naturale grazie all’uso sapiente di resine e inserti marmorei. Le tonalità calde del giallo donano coerenza visiva e un senso di accoglienza. Nelle nicchie delle navate laterali, una teoria di statue e immagini sacre testimonia la devozione popolare e il legame con luoghi lontani: è il caso del quadro della Madonna d’Oropa, simbolo del vincolo affettivo tra Antonimina e Biella. Sullo sfondo, il campanile con la sua croce in ferro e il gallo segnavento completa il profilo della chiesa, conservando nella cella campanaria la voce di una fede antica, oggi custodita da meccanismi elettrici ma mai privata del suo spirito.