Ci sono luoghi che non fanno rumore, e proprio per questo riescono a custodire meglio la loro identità. Il Monte San Pietro, conosciuto localmente come Monte Tre Pizzi per la caratteristica silhouette frastagliata, è uno di questi. Si erge con discrezione tra Antonimina e Ciminà, due piccoli comuni della Calabria interna, a cavallo tra il silenzio della montagna e il respiro lungo del mare Jonio. I suoi 700 metri di altitudine non impressionano per grandezza, ma piuttosto per l’intensità del paesaggio che racchiudono.

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Un profilo che racconta storie
Le tre punte che gli hanno valso il soprannome non sono solo una curiosità geologica: sembrano suggerire la presenza di un antico guardiano, che veglia su un territorio ricco di memoria. Questo profilo inconfondibile si staglia netto all’orizzonte, un segnale per chi attraversa i sentieri meno battuti dell’Aspromonte orientale. Non è raro incontrare camminatori solitari, geologi, fotografi o semplici curiosi, attratti da quella forma che pare scolpita da mani sapienti, quasi a voler lasciare un segno nella cartografia dell’anima.
L’antico convento dei frati eremiti
Alla sommità del Monte Tre Pizzi si trovano i ruderi di un antico convento di frati eremiti, probabilmente risalente al XII secolo. Questo luogo, noto anche come “La chiesetta dei Tre Pizzi“, era un importante centro di spiritualità e meta di pellegrinaggi. Fino a qualche secolo fa, il monte era frequentato da pellegrini provenienti da tutta la Locride in occasione dell’annuale fiera di bestiame in onore di San Pietro.

Un balcone naturale sulla Calabria antica
Arrivare in cima non richiede imprese da scalatori, ma ripaga con una vista che sorprende anche i più esperti viaggiatori. A nord si staglia la rocca di Gerace, sospesa nel tempo con le sue pietre medievali e le sue chiese millenarie. A sud, invece, l’orizzonte si spezza contro le masse rocciose di Pietra Cappa e le creste imponenti dell’Aspromonte. È una geografia emozionale, dove lo sguardo vaga tra passato e presente, e il paesaggio diventa racconto.

Ai margini del Parco, al centro di un’esperienza
Sebbene resti fuori dai confini ufficiali del Parco Nazionale dell’Aspromonte, il Monte San Pietro ne condivide l’anima: quella di un territorio che non si offre facilmente, ma che sa accogliere chi sa cercare. È un luogo di passaggio e di sosta, dove la natura si fa intima e i silenzi diventano compagni di viaggio. Visitare il Monte Tre Pizzi significa entrare in contatto con una Calabria minore solo sulla carta, ma capace di restituire emozioni profonde, lontano da ogni retorica.